venerdì 13 maggio 2016

Le categorie di "Coach"

Negli ultimi tempi va di moda una nuova professione.
Dopo la fase delle veline e quella dei calciatori ora è il tempo che tutti vogliono fare il Coach!


I "coach dell'ultima ora" affollano la rete e le varie riviste come mai prima di oggi nel tentativo di attrarre a sé clienti e finalmente sbarcare il lunario.


Molti di costoro sono professionisti seri e con una lunga carriera alle spalle... ma i tanti altri?

A scopo di ricerca personale mi piace spesso andare a scovare questi cosiddetti "coach" per saperne di più e mettermi alla prova.
A seguito di ciò, purtroppo mi sono fatto un'idea non troppo brillante sul loro conto.

Spesso ho incontrato vani parolai, persone molto abili nel parlare ma per nulla capaci di concretizzare qualcosa. Chi si rivolge a un coach cerca qualcuno con il quale raggiungere obiettivi concreti: come potrebbe affidarsi a professonisti che oltre alle parole non hanno mai realizzato nulla neppure nella propria vita?

Altre volte ho conosciuto "coach" dall'apparenza sicuri e determinati ma in realtà solamente animati da una paura più grande di loro: paura a esporsi, paura di agire, paura di vivere. Questa gente che esempio può dare a chi ha bisogno di seguire un percorso di realizzazione personale?

Poi ho conosciuto la categoria degli indecisi, persone piene di dubbi e caratterizzate da un livello di volubilità estrema: un giorno sono determinati verso un obiettivo, il giorno dopo verso il suo opposto. Questi eterni indecisi non fanno altro che confondere chi ha la malcapitata sventura di rivolgersi a loro!

Ci sono anche altre categorie di "coach" che ho già identificato e sono certo che andando avanti con le mie investigazioni ne troverò tante ancora. Riporterò le mie deduzioni in questo blog più avanti.

Credo che ciascun "coach" dovrebbe fare un piccolo esame di coscienza ponendosi questa domanda e cercando di darsi una risposta il più possibile sincera:
"La professione di coach che sto svolgendo è davvero utile alle persone che si rivolgono a me oppure sto solamente nutrendo le fila di coloro che creano ulteriore confusione nel mondo, giusto per riempirmi le tasche di denaro?"

 Ritengo che qualora ci dovessimo ritrovare in una delle categorie precedenti (parolieri, paurosi, indecisi) sarebbe più dignitoso riscoprire un nuovo lavoro, che in molti ora non vogliono più svolgere perché troppo faticoso.
Eppure è un lavoro importante! Sai quale è?
Andare a lavorare la terra!
Sarebbe molto più decoroso e utile per sé e tutta la collettività.
Naturalmente anche per questo ci vuole coraggio!

Stefano Ardenghi

 
 

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